Inizio dal momento in cui il vostro cardiologo di fiducia vi ha comunicato, per la prima volta, che siete portatore di una insufficienza mitralica severa, oppure che il prolasso mitralico, di cui sapevate di essere portatore, è peggiorato a tal punto da determinare una insufficienza della valvola di grado severo. A questo punto il vostro cardiologo vi esprimerà il suo parere:
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…esiste l’indicazione per l’intervento chirurgico, possibilmente di ricostruzione della sua valvola, non di sostituzione, per cui le consiglio di consultare un cardiochirurgo esperto nelle ricostruzioni valvolari…" e, probabilmente, vi suggerirà il nome di un cardiochirurgo di sua fiducia, con cui collabora da molti anni e di cui conosce i risultati precoci e a distanza.

A questo punto, dopo aver avuto la conferma da parte del cardiochirurgo della correttezza dell’indicazione all’intervento e sulla alta probabilità (> 90%) della riparazione, toccherà a voi dare il vostro consenso. Questo deve essere la conseguenza di una chiara e completa informazione, con linguaggio comprensibile da parte del cardiochirurgo sui rischi e benefici di effettuare l’intervento e sui rischi e benefici di non farlo, sulle possibili alternative di terapia medica o chirurgica.

Nel momento in cui darete il consenso, deve immediatamente iniziare la preparazione all’intervento, affinché questo possa essere effettuato nelle migliori condizioni per ridurre al minimo i rischi e ottenere il massimo beneficio.

Si devono effettuare gli accertamenti che possono mettere in luce eventuali patologie associate, che renderebbero più rischioso l’intervento, se non conosciute e trattate. Sarà opportuno effettuare:

- una visita dal vostro dentista, per assicurarsi che non esistano possibili focolai di infezione a partenza dai denti, che potrebbero successivamente provocare una endocardite batterica e il loro eventuale trattamento, con profilassi antibiotica;

- un ecodoppler delle arterie carotidi, quei vasi che portano il sangue al cervello e che, a seguito dell’arteriosclerosi, possono restringersi e ridurre il flusso di sangue (e quindi di ossigeno) a questo organo. Se questo restringimento è severo, bisogna effettuare anche un intervento su di esso, prima di effettuare l’intervento alla valvola, per ridurre la possibilità di danno cerebrale (ictus). Questo esame, in centri come quello in cui opero io, viene effettuato su tutti i pazienti al momento del ricovero per intervento, per cui non é necessario effettuarlo precedentemente per via ambulatoriale;

- una spirometria (esame di funzionalità respiratoria), se siete affetti da disturbi respiratori, come l’asma o una malattia professionale da polveri, oppure una bronco-pneumopatia cronica;

- nel caso abbiate una storia pregressa di gastrite o ulcera gastroduodenale, con o senza dimostrata presenza del germe in genere coinvolto in queste malattie (helicobacter pylori), sarà opportuno effettuare una gastroscopia di controllo, per evitare che lo stress dell’intervento possa aggravare una gastrite già presente provocando anche una emorragia (ulcera da stress). Nel caso esista ancora uno di questi problemi, è necessario sottoporsi alla terapia che vi sarà prescritta dallo specialista gastroenterologo.

A questo punto, in genere, è conclusa la preparazione preoperatoria da effettuare al di fuori dell’ospedale e siete pronti per essere ricoverati nel centro dove effettuerete l’intervento cardiochirurgico. Al momento del ricovero inizieranno gli ultimi accertamenti preoperatori.



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