Dopo la conclusione dell’intervento il paziente viene direttamente trasferito nella Terapia Intensiva Post-Operatoria (TIPO).

Questa struttura, tipica ed esclusiva per la cardiochirurgia, è caratterizzata da un elevato livello assistenziale. Infatti, in genere, è assicurata la presenza di due infermieri ogni tre pazienti ed un medico, presenti 24 ore al giorno.

Il posto letto (figura 1) è caratterizzato dalla presenza di sistemi di monitoraggio e assistenza cardio-respiratoria molto avanzati.

Tutti i parametri utili alla valutazione costante della funzionalità cardiaca, respiratoria e di tutti gli altri sistemi e organi (circolazione sanguigna periferica, reni, fegato, cervello) sono visibili nei vari monitor. Sono costantemente sotto controllo la pressione sanguigna all’interno del cuore e nelle arterie del corpo, la frequenza dei battiti cardiaci, l’elettrocardiogramma in più derivazioni, l’andamento degli atti respiratori. Con altri sistemi di misurazione, si valutano la quantità di urina prodotta, la quantità di ossigeno presente nel sangue, la quantità di liquidi che fuoriescono dalla zona del torace dove sono collocati il cuore (mediastino) ed i polmoni (cavità pleuriche) ed altri parametri più sofisticati (slivellamento tratto S-T, resistenze polmonari, gittata cardiaca, resistenze periferiche, lavoro cardiaco, etc.) che vanno al di là dello scopo di questo sito.

Tutto questo garantisce la prontezza di diagnosi ed intervento in caso si manifestino problemi rispetto al normale decorso post-operatorio.

Il normale decorso prevede la degenza in TIPO del paziente operato per 24-48 ore, a seconda del tipo di intervento e delle condizioni cliniche pre-operatorie. Nel caso la situazione clinica pre-operatoria del paziente sia particolarmente critica o sopraggiungano complicanze post-operatorie, la durata della permanenza in TIPO può prolungarsi.

Dopo la dimissione dalla TIPO, il paziente torna nel Settore Degenze dove resterà per un tempo variabile in base alla velocità di recupero e anche a seconda dei diversi tipi di dimissione.

Il paziente, infatti, potrà rientrare direttamente a casa, oppure potrà proseguire il suo percorso in una struttura di Riabilitazione della stessa struttura dove è stato operato, o anche  in un centro vicino al suo domicilio.

La riabilitazione precoce, in genere, consiste nell’effettuare giornalmente, in ambiente protetto, sotto il controllo di medici e tecnici specializzati, vari esercizi fisici e respiratori, progressivamente più impegnativi, in modo da recuperare il più velocemente possibile le proprie capacità e l’autonomia nella normale vita di relazione.

Al di là di questo, è importante che ciascun paziente tenga a mente alcuni principi validi anche dopo la dimissione dalla riabilitazione.

Nella maggioranza dei casi, l’intervento viene effettuato attraverso una incisione dell’osso sternale (sternotomia longitudinale), che, al termine dell’intervento, viene suturato. Come tutte le ossa, in caso di frattura, il tempo necessario perché le due parti si saldino stabilmente (callo osseo) varia, a seconda dell’età e del sesso, da 40 a 60 giorni. Per questo motivo è opportuno, durante questo periodo, evitare i movimenti che fanno trazione sulle due parti di sterno suturate, cioè i movimenti asimmetrici che fanno spostare in direzione opposta le due spalle (in su ed in giù), come usare la bicicletta, guidare l’automobile e portare pesi importanti con un solo braccio. In questo ultimo caso basta dividere il peso in due parti, portandolo con entrambe le braccia.  Bisogna cercare, inoltre, di evitare appoggi forti su una sola mano, alzandosi dal letto o da una poltrona: è meglio appoggiarsi su entrambe le mani. In caso di debolezza fisica importante, ci si può aiutare con una corda o fettuccia, appesa ai piedi del letto, da usare come maniglia a cui appendersi per alzarsi a sedere.

D’altra parte, è necessario incrementare progressivamente l’attività fisica, per rendere più rapido il recupero ed evitare un eccessivo indebolimento della massa muscolare.

A tal proposito, l’esercizio più valido, utilizzabile fin dai primi giorni dopo l’intervento, è il cammino. Questo sarà lento e di breve durata nei primi giorni, sempre più veloce e lungo successivamente, inserendo salite, rampe di scale, brevi corsette. Durante la stagione invernale, si potrà utilizzare la cyclette, in casa, evitando di appoggiare il peso del corpo sulle mani che impugnano il manubrio, per il motivo descritto sopra riguardo all’uso della bicicletta.

La dieta dovrà essere molto varia, per introdurre tutti gli elementi indispensabili ad una buona convalescenza: proteine, zuccheri, grassi, vitamine, sali minerali. Ciascuno, in questo, dovrà tener conto, ovviamente, delle sue caratteristiche personali, come l’età, il sesso, il peso corporeo, e di eventuali patologie che possono essere presenti, come il diabete, l’eccesso di grassi (colesterolo e trigliceridi) nel sangue, l’insufficienza renale, etc. E’ da tener presente, inoltre, l’influenza di alcuni cibi sull’efficacia della terapia anticoagulante, come descritto in un altro capitolo.

E’ indispensabile, comunque, seguire i consigli che il medico, che vi dimette dall’ospedale, non mancherà di darvi per quanto riguarda la vostra dieta personalizzata.

La ripresa dell’attività sessuale è possibile nel momento in cui vi sentirete soggettivamente in grado di svolgerla con serenità, condividendo questo con il partner. Basta solo tener presente i consigli dati per evitare di esercitare trazioni eccessive sulla ferita chirurgica. L’utilizzo di sostanze coadiuvanti, come il Viagra® o il Cialis® non è indicato nei primi mesi dopo l’intervento, in quanto, soprattutto in associazione con i farmaci prescritti per il periodo della convalescenza, possono dare episodi di sbalzo della pressione arteriosa anche pericolosi.

Anche in questo caso, comunque, nessuno potrà sostituire il vostro medico di fiducia nel consigliarvi l’atteggiamento più opportuno.

La ripresa della guida dell’auto non è consigliabile prima di almeno 60 giorni dall’intervento, per i motivi descritti sopra e perché l’utilizzo indispensabile delle cinture di sicurezza può risultare doloroso, e pericoloso in caso di incidente. E’ opportuno attendere la visita di controllo post-operatoria con il vostro cardiochirurgo, che confermerà la guarigione corretta della vostra ferita chirurgica.

Anche per la ripresa lavorativa, è opportuno valutarla con il medico che conosce la vostra situazione specifica ed il tipo di lavoro che normalmente svolgete. Un principio generale che vale per tutti è che la ripresa dovrebbe avvenire in modo non brusco, ma progressivo, spezzettando l’orario ed introducendo le mansioni più pesanti progressivamente nel tempo, man mano che il recupero delle forze fisiche e mentali si normalizza.

Ripeto ancora che questi sono solo consigli generici rivolti indistintamente a tutti.

Ciascuno dovrà  consigliarsi con il proprio medico di fiducia, il solo a poter valutare nello specifico il comportamento più idoneo.



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